Formare, formare: la vera ragione sociale dell’AIART

La Sezione di Bari ha realizzato nel 2009 un progetto formativo denominato “Genitori ed educatori nel tempo del villaggio globale“. L’azione formativa è stata messa in campo a favore di 25 genitori di ragazzi della Scuola Media Statale “Dante Alighieri” di Bitritto all’interno del PON. Di Giuseppe Antonelli

Formare, formare: la vera ragione sociale dell’AIART

Dalla formazione al consumo critico ed intelligente dei mass media esce confermata la giusta vocazione dell’AIART di puntare sulla formazione del ricevente per disarmare e rendere innocua la potenza pervasiva e l’influenza dei media.

Sempre e in tutte le sedi l’AIART ribadisce, in tema di media education, la duplice responsabilità dell’agire comunicativo: quella dell’emittente, indubbiamente sovrabboccante rispetto alla non trascurabile responsabilità del ricevente. Per questo ogni qual volta si richiamano autori, produttori, imprenditori dei media ad una responsabile etica il simmetrico risvolto di questa responsabilità richiama una corrispondente etica del ricevente.
Etica che certamente non è innata o ereditaria ma che si stimola, si coltiva, si consolida solo mettendo in campo una efficace e sistematica azione formativa che coinvolga adulti, minori, singoli, associati, i quali attrezzati di minima strumentazione critica sappiano detotemizzare gli strumenti della comunicazione e addomesticarli per renderli meravigliosi strumenti della tecnica al servizio dell’uomo.
L’azione formativa messa in campo a favore di 25 genitori di ragazzi in età di scuola media presso un istituto statale pugliese all’interno del PON (Programma Operativo Nazionale – La Scuola per lo sviluppo) e l’approdo conclusivo dei genitori stessi rafforza la finalità istitutiva dell’AIART, conferma e consolida la sua ragione sociale, incoraggia la prosecuzione su questa strada.
Il progetto Genitori ed educatori nel tempo del villaggio globale della durata di 60 ore ha coinvolto 25 genitori ed utilizzato fondi messi a disposizione dal FSE (Fondo Sociale Europeo) che mediante azioni formative indirizzate a cittadini in età adulta mirano a conseguire gli obiettivi previsti dal Consiglio d’Europa nel Piano di Lisbona (Lisbona, 23-24 marzo 2000). Obiettivi che ambiscono a fare dell’Unione Europea, entro il 2010, la società dell’informazione più avanzata del mondo e che nello specifico ambito educativo-formativo mirano a :

  • migliorare la qualità e l’efficacia dei servizi e dell’offerta di istruzione e formazione;
  • agevolare l’accesso a tutti ai sistemi di istruzione e formazione;
  • aprire al mondo esterno i sistemi di istruzione e formazione.

L’azione formativa progettata grazie all’esperienza e alla passione dell’AIART oltre alle classiche modalità d’aula e laboratoriali ha previsto anche coinvolgenti visite al cantiere. Attività, questa, particolarmente gradita dai genitori che assistendo in diretta a un seguitissimo talk show di una emittente locale hanno potuto conoscere dal vivo ciò che accade dietro le quinte di una trasmissione che normalmente vedono stando comodamente seduti nel salotto di casa. La quantità di tecnici di ripresa, del suono, di fonici, di giornalisti, impegnati nella trasmissione, la tecnologia impiegata, la sintonia dei tempi, gli stacchi pubblicitari, la valanga di sms inviati dal pubblico a casa, lo stile di conduzione del giornalista; insomma si è messo “il naso nella dispensa” e si è capito come si confeziona ciò che vediamo nella scatola magica domestica.

In aula invece la programmazione ha previsto elementi di sociologia della comunicazione, i macrogeneri della comunicazione, l’informazione a mezzo stampa e TV, i vari generi televisivi, la dieta mediatica degli adolescenti, la tutela dei minori, gli Organi di garanzia nazionale e regionale, l’Associazionismo culturale a difesa delle famiglie e del telespettatore. Ogni argomento, qui indicato in modo didascalico, ha mirato all’acquisizione di elementi conoscitivi ma particolare attenzione si è prestata alla lettura critica del messaggio, all’abitudine al confronto delle fonti, a cogliere le varie sensibilità, a scoprire gli obiettivi sottesi all’informazione; praticamente a fornire ai genitori quegli strumenti minimi per padroneggiare senza riverenza e sudditanza un pianeta verso cui ci si sentiva inadeguati e impotenti.

Al termine del percorso formativo si coglie nei genitori la sensazione di maggiore adultità verso la grande potenza mediatica e in particolare si è consolidata la consapevolezza che i mass media ci presentano una delle tante rappresentazioni delle realtà non la realtà.

Un’accresciuta capacità di lettura e fruizione critica del messaggio che i genitori chiedono a gran voce abbia ascolto e facilità di accesso verso i quartieri alti delle emittenti pubbliche e commerciali nazionali e regionali.

In sostanza i genitori rivendicano un sacrosanto diritto ad essere correttamente informati e dignitosamente intrattenuti per cui auspicano una reale interattività con i direttori e i responsabili di rete per presentare proteste in caso di lesa dignità ma anche per avanzare proposte che diano voce e dignità alla famiglia, all’associazionismo, al quartiere, a quell’Italia “minore” ma reale che rappresenta l’humus della nostra nazione.
Questa inaspettata e sopita estroversità nei genitori e negli adulti nei confronti dei media come AIART ci interpella, va privata della sua naturale sterilità naif, e opportunamente intercettata, va data capacità di incidere ma ancor più di essere ascoltata.

A noi dell’AIART il compito di trovare forme e modalità affinché questa ansia etica che sale dalle famiglie e dal mondo educativo abbia sponde istituzionali sensibili ed imprenditori mediatici eticamente animati.