Morto Marco Deriu, Aiart: “Un autentico professionista di media-education”

“Lucido nelle analisi e concreto nelle indicazioni di media education; stimato docente, giornalista professionista particolarmente apprezzato per il suo illuminato impegno giornalistico. Appassionato collaboratore dell’agenzia di stampa Sir; ha più volte collaborato anche con l’Aiart che ha avuto modo di apprezzarne le doti di menti e di cuore. Autentico protagonista della tormentata storia del rapporto media e minori, professionista arguto e operoso, lo ricordiamo per i suoi straordinari interventi sui problemi della tutela degli utenti”.

Ad affermarlo è Giovanni Baggio, presidente nazionale Aiart, in seguito alla tragica scomparsa avvenuta venerdì 24 maggio 2019.

Tutta l’Aiart commossa e addolorata – nel momento che Marco incontra il Padre nella dimora eterna – esprime la sua immensa gratitudine e si unisce nel dolore ai suoi familiari ed ai tanti suoi amici ed estimatori.

 

***RI-COR-DARE: restituire al cuore

Una testimonianza di delicata umanità e coerenza per chi ha avuto l’onore di conoscerlo e condividere idee e prospettive. Come associazione che si occupa di comunicazione, abbiamo spesso attinto dai suoi insegnamenti e dalla sua generosa disponibilità a intervenire in momenti di formazione per le nostre comunità, interventi in cui non ha mai scisso il suo ruolo di docente e quello di padre: creava subito empatia con i genitori che partecipavano all’incontro.
La sua “parola del giorno” in Facebook ci ha abituato a entrare nelle parole con rispetto, curiosità e, soprattutto, imparando a metterle in dialogo con l’attualità. Radicati nel passato, ma profondamente attenti agli accadimenti dell’oggi. Ogni giorno un pezzetto di mondo, una sfumatura da cogliere per vivere sempre più consapevoli, critici e umani. Da oggi questo accompagnamento ci mancherà e faremo tesoro dei suoi insegnamenti (da “in-segnare: scrivere nell’anima”).
Nella Parabola del 2014 puntava la sua analisi, in particolare, su quanto sia sempre più indispensabile proporre valori di riferimento su cui fondare qualsiasi deontologia, compresa quella della comunicazione; mettendo al primo posto l’imperativo della morale universale: «Sii uomo e tratta l’altro uomo sempre come un fine e mai come un mezzo». A queste parole faceva seguire la constatazione che un uso eticamente corretto della comunicazione è possibile, a condizione di riconoscere che esistono, pur nel diffuso pluralismo, alcuni valori comuni che costituiscono la cornice generale della validità e dei limiti dell’agire comunicativo. E qui ci richiamava alla “responsabilità” di cui precisava l’etimologia: «dal latino respondeo, la  responsabilità indica l’obbligo di fornire una risposta, la capacità di rendere conto del proprio operato» (Deriu, 2014, p. 31).
Deriu M.(2014). Media, etica, emozioni. Media Education VIII(33), 29-40.

La parola del giorno: “silenzio“. Dal latino silentium da silere, tacere. Che al dire di Festo trova la sua ragione nella lettera s, che è voce inarticolata colla quale si fa cenno di tacere, ma che più probabilmente ha relazione con la radice indoeuropea si- legare, laccio. Tacersi per lasciar spazio al ri-cor-do: legare al cuore una persona cara.

Grazie Marco, grazie Professore!

Sandra Costa
Vice-Presidente Aiart