Tv, Caso Realiti, Aiart: “ Un pugno in faccia a tutte le vittime di mafia e a tutti gli italiani”

E così la procura di Catania apre ‘giustamente’ un’inchiesta sulla prima puntata della trasmissione Realiti andata in onda su Rai 2. Al centro dell’indagine le dichiarazioni dei due cantanti neomelodici Niko Pandetta, nipote del boss ergastolano Salvatore Cappello, e Leonardo Zappalà le cui parole affilate come coltelli fanno male..molto male al ricordo dei due magistrati che hanno lottato -con le armi dell’intelligenza- contro il mostro più cattivo d’Italia: la mafia.

L’Aiart, l’associazione spettatori d’ispirazione cattolica, condanna fortemente questa scelta editoriale soprattutto perché ad ospitare questa intervista è stata una trasmissione del servizio pubblico ormai sempre più vetrina commerciale di qualunque cosa. E alle parole del presentatore Enrico Lucci: “E’ compito della tv pubblica raccontare questi fenomeni”; rispondiamo: “Quando si intervista il nipote di un mafioso ci si arrende alla irresponsabilità. E questo è un pugno in faccia a tutte le vittime di mafia e a tutti gli italiani che loro malgrado si vedono recapitare il canone in bolletta”.

Giovanni Baggio, presidente nazionale Aiart, commenta così la scelta editoriale di Rai2: “ Compito della tv è quello di difendere la memoria di chi combatte per il bene comune, senza cedere alla logica del tutto è possibile ma scegliendo e testimoniando nel bene e nel male la verità”.

Basta con le scuse- sottolinea Baggio- vogliamo la testimonianza della verità, magari proponendo come contro risposta a questo grave episodio il racconto del ricordo- unico faro di rispetto e baluardo per educare contro la mafia- se non si tratti di legittimazione della mafia e quindi di apologia di reato.