Un giorno per la famiglia. Al Circo Massimo la manifestazione contro il disegno di legge sulle unione civili

Dal sito dell’ Osservatore Romano del 30 gennaio 2016

Partecipazione ampia e trasversale, espressione di tutte le anime della società italiana, per il Family Day, la manifestazione contro il disegno di legge che introduce le unioni civili per le persone omosessuali «quale specifica formazione sociale». Oggi al Circo Massimo, sono attese — secondo i promotori — oltre un milione di persone. L’apertura ufficiale avverrà nel primo pomeriggio, anche se l’area del Circo Massimo è accessibile fin dalle prime ore del mattino. La chiusura della manifestazione avverrà invece intorno alle 16.30, con l’intervento finale del presidente del comitato promotore Massimo Gandolfini. Alla vigilia dell’evento i vescovi italiani hanno voluto sottolineare in un comunicato l’attuale pericolo dell’«equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili, con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia». E sul tema è intervenuto il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, presidente della Commissione episcopale della Cei per la famiglia e la vita, che, in un’intervista al quotidiano «Avvenire», ha criticato il disegno di legge in discussione parlando di «strabismo individualistico e autocentrico nella lettura del reale». Il popolo presente al Circo Massimo «è voce di tutte le anime culturali della società italiana ed espressione di libertà piena. Sono persone e associazioni non finanziate da gruppi di pressione ideologica». Il vescovo ha inoltre ricordato il discorso al Tribunale della Rota Romana nel quale Papa Francesco ha ribadito che «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». In tal senso — ha detto Fragnelli — «il Papa è sempre chiaro» e «incoraggia la chiarezza del Paese reale, quello che dice “no” al disegno di legge portato all’esame del Parlamento». Papa Francesco — ha poi ricordato Fragnelli — «proprio giovedì scorso ha manifestato apprezzamento per il Comitato nazionale di bioetica e ha ribadito che la Chiesa in questo campo non rivendica spazi privilegiati, anzi è soddisfatta quando la coscienza civile ai vari livelli è in grado di riflettere, discernere e operare sulla base della libera e aperta razionalità dei valori costitutivi, della persone e della società».