Storia

Il XIX e il XX secolo sono attraversati da un processo di industrializzazione dei media e della cultura di massa: le più diverse forme di comunicazione, dalla conversazione interpersonale alla elaborazione artistica, vengono progressivamente tecnicizzate, dotate cioè di appositi strumenti, divenendo oggetto di procedure produttive organizzate di tipo industriale.
La nascita dell’ AIART è una diretta conseguenza della crescente influenza sulle persone e sull’intera comunità dei mezzi di comunicazione di massa e che spesso non sono preparate a ricevere un flusso continuo di informazioni e notizie.

Questo dunque il contesto in cui nel 1953 nasce l’AIAR, Associazione Italiana Ascoltatori Radio, che un anno dopo cambierà la sua denominazione in AIART, occupandosi anche del fenomeno televisivo.

La nascita di questa associazione risponde all’esigenza di affrontare il problema pedagogico determinato dai media, sia per il loro protagonismo culturale, oltre che educativo, sia per il ritardo delle agenzie formative, come la scuola e le famiglie, che si trovano private di una sorta di esclusiva nella legittimazione educativa, sia per l’esigenza dei mercati, che richiedono professionalità specifiche e vere specializzazioni in questo settore. E’, dunque, l’associazionismo una risposta spontanea alla necessità di risolvere il suddetto problema pedagogico e di colmare quello che gli organi istituzionali della società non sono in grado di risolvere in pieno.

Negli anni che vanno dal 1958 al 1973, definiti della massificazione, si verifica il vero e proprio boom della televisione; la comunicazione sociale diviene una vera e propria produzione industriale di immagini e suoni.

Nel 1961, anno in cui diventa operativa, l’AIART dichiara di ispirarsi a principi cattolici e definisce le sue finalità nella rappresentanza dei radioascoltatori e telespettatori e delle loro famiglie e nella formazione di un ascolto responsabile e critico. La sua attività si sviluppa in due ambiti principali: incidere sui programmi televisivi e formare i telespettatori (grandi e piccoli) ad un ascolto responsabile e critico. In tale orizzonte, nel 1970 l’Associazione organizza, nella sede centrale, una commissione di ascolto formata da telespettatori tra i sei e i dodici anni: i ragazzi giudicano la Tv dei ragazzi.

Nel 1974 l’Assemblea Nazionale dell’AIART approva un nuovo Statuto dell’Associazione che ne autorizza i compiti e le strutture democratiche sia in centro che in periferia. L’AIART sottolinea che radioascoltatori e telespettatori hanno titolo a partecipare al servizio pubblico e privato per proporre e non soltanto per ascoltare.

Da più di 60 anni dunque, l’AIART vigila, tutela ed educa gli utenti dei media. E lo fa con passione e competenza nell’ottica della sua ispirazione al messaggio cristiano, ai principi della Carta Costituzionale e preservando la sua autonomia e il suo sguardo plurale.