AL SERVIZIO DELL’ACCESSIBILITÀ

Le carte sono sicuramente dei risultati importanti ma non bastano. E alle aspettative degli utenti bisogna sempre dare una risposta.  Così l’AIART, paziente e costante segugio, dal 1953 ponte tra gli spettatori e coloro i quali producono contenuti mediali, anche questa volta decide di essere parte attiva del bisogno di interazione tra Istituzioni e cittadini. Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, intervistato dall’AIART, rivolgerà delle richieste specifiche alla Rai;  risponderà Maria Chiara Andriello, Responsabile dell’Accessibilità di Rai Pubblica Utilità.  

da “Il Telespettatore”

Aiart – Presidente a che punto siamo nel processo di sviluppo dell’accessibilità comunicativa? L’impegno della Rai, dichiarato nel contratto di servizio, a rendere accessibili i 2/3 dei programmi può essere definito consolidato?

Barbuto – No, non può essere definito consolidato. Parlare del 70% delle traduzioni oggi è davvero iperbolico. Nel complesso abbiamo constatato un’attenzione e una sensibilità maggiore rispetto al passato e siamo fiduciosi che si possa andare avanti in questa direzione ma al momento posso affermare che non ci sono state messe in atto  grandi applicazioni. Con l’insediamento del Comitato di Confronto MISE-RAI, che consente un rapporto dialettico tra Rai e associazioni della disabilità, in particolare visiva e uditiva, abbiamo riscontrato buoni risultati fino all’inizio della pandemia. Oggi questo percorso si è arrestato. E’ stato leggermente migliorato il servizio di traduzioni della lingua dei segni; ma per quanto riguarda, nello specifico, i non vedenti, l’audiodescrizione dei programmi non ha avuto grandissimi arricchimenti. Inoltre, le audiodescrizioni non sono sempre facili da intercettare: si parla genericamente di numeri e di codici sui telecomandi ma non è sempre così facile.

Aiart – Nello specifico, qual è il problema che si riscontra?  

Barbuto – Bisogna sintonizzarsi su un ‘canale riservato’ attraverso il quale viene mandata l’audiodescrizione che va in parallelo al programma televisivo. La sintonizzazione su questo canale riservato purtroppo non è un’operazione molto semplice e dobbiamo tenere conto del fatto che la maggior parte dei televisori e dei relativi telecomandi non sono accessibili (a parte qualche rara eccezione di telecomando vocale) alle persone non vedenti. La fase di sintonia richiede sempre l’assistenza di un’altra persona che possa essere di ausilio alla persona non vedente e questo è un grosso limite che non dovrebbe esistere.

Aiart – Avete avuto delle richieste, da parte degli utenti, di contenuti specifici da audiodescrivere?

Barbuto – Si, la pubblicità ad esempio. Questa richiesta potrà far sorridere ma non dobbiamo dimenticare che una persona non vedente ha, in egual misura, il diritto di conoscere anche il contenuto di uno spot pubblicitario. E su questo abbiamo trovato una attenzione maggiore da parte di alcuni grandi marchi commerciali piuttosto che dalla Rai. Preciso che in alcuni Paesi esteri l’audiodescrizione della pubblicità è ad un livello già abbastanza avanzato. In Italia invece ci sono state grosse resistenze e non si è riusciti a mettere in piedi un campione sperimentale per provarla.

Aiart – Quali le principali segnalazioni tecniche da parte di utenti non vedenti o ipovedenti che continuate a ricevere?

Barbuto – Da un lato tutto il tema delle audiodescrizioni e della modalità di fruizione; dall’altro anche la stessa accessibilità di Rai Play sulla quale continuano a mettere sistematicamente le mani e che non è sempre particolarmente brillante. Gli sviluppatori del sito e dell’applicazione dovrebbero raccordarsi un po’ di più con le nostre organizzazioni per avere la certezza che il prodotto che mettono in circolazione sia davvero fruibile. Inoltre, avevamo chiesto di realizzare una modalità per cui fosse consentito e abilitato solamente l’ascolto e non il video. Tante volte alla persona non vedente non serve il video, che spesso rende più difficile la ricezione in situazioni in cui le persone non hanno una linea digitale ad alta valenza. Inoltre, in riferimento alla radio anche la difficoltà nelle modalità di ricerca dentro le audioteche (i programmi del passato).                                        
L’Uici mette a disposizione del pubblico e dei grandi produttori tutte le informazioni sulle modalità migliori per assicurare l’accessibilità e la fruibilità delle applicazioni e dei siti web: sarebbe bene coinvolgerci di più, in maniera tale da renderle fruibili davvero a tutti, considerato che la Rai è servizio pubblico.

Aiart – Per quanto riguarda nel dettaglio il contenuto informazione. L’Aiart ha ricevuto una serie di segnalazioni in merito alla carenza di accessibilità. E’ così?

Barbuto – Faccio un esempio per tutti: c’è stato un lungo periodo nel quale veniva fornito, al termine di ogni telegiornale della fascia di grande ascolto, un numero di conto corrente bancario dove poter fare donazioni per la protezione civile. Abbiamo chiesto molte volte la lettura del numero in voce dall’operatore; ma le indicazioni continuano a passare soltanto in sovrimpressione. Queste piccole attenzioni sono invece  gesti di inclusione e  di civiltà e faciliterebbero molto anche la tematica informazione. Anche il Tg non è audiodescritto, per i 2/3 indicati nel Contratto di Servizio, e troppo spesso ci sono immagini e informazioni che arrivano nelle nostre case e che le persone non vedenti perdono completamente.                      
Pensiamo solo alle recenti immagini dalla Palestina: al massimo si intuisce dall’ascolto e dai rumori di fondo ciò che sta accadendo in quei luoghi. Sarebbe invece fondamentale avere    anche questo tipo di informazione, attraverso l’audiodescrizione.

Aiart – Come è stata affrontata la Dad da ciechi e ipovedenti. Quali le principali difficoltà riscontrate? E le richieste inascoltate?  Abbiamo letto di una denuncia sulla «carenza di dispositivi multimediali ed elettronici specifici per gli studenti in particolare con pluridisabilità».

Barbuto – Secondo i dati pubblicati dallo stesso Ministero dell’Istruzione, solo il 23 per cento degli alunni con disabilità hanno potuto fruire, in maniera efficace, della Dad: questo vuol dire che il 77% di queste persone sono rimaste tagliate fuori per molte ragioni. Tra queste: la scarsa accessibilità delle piattaforme sulle  quali la Dad veniva passata; la carenza delle tecnologie assistive, (ovvero gli ausili- es. lettori di schermo, display Braille, OCR  atc- che rendono accessibili e usabili i prodotti informatici stessi -hardware o software- anche a persone con disabilità);  l’assenza di personale specializzato (quando si deve far funzionare un terminale braille bisogna sapere cosa si ha nelle mani e i  tecnici informatici delle scuole raramente hanno competenze in materia).

Aiart – Quale il suo appello ai decisori pubblici?

Barbuto – In Italia ci sono venti centri di consulenza didattica con personale specializzato: perché non utilizzarlo? Solo se gli operatori specializzati verranno maggiormente coinvolti riusciremo a raggiungere dei risultati; in caso contrario ci ritroveremo di fronte a paradossali esclusioni. E’ necessario quindi investire sia nella formazione del personale sia nella dotazione delle strumentazioni.  E’ questo il nostro appello ai decisori pubblici, con particolare riferimento al Ministro dell’istruzione e, in generale, a chi gestisce le attività formative.

Aiart – Dr.ssa Andriello la Tv di Stato deve rispondere a doveri ben precisi in riferimento al diritto di accessibilità comunicativa ‘indiscriminata e non parziale’. Rivolgiamo a lei le richieste dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti:

  • Rispetto delle condizioni contrattuali e come previsto l’audiodescrizione dei due terzi delle trasmissioni

Andriello – Il contratto di servizio parla di 3/4 dei film, delle fiction e dei prodotti audiovisivi di prima serata; per prodotto audiovisivo è da intendersi un prodotto comunque preregistrato, non essendo infatti, nel 2018- anno di stipula del contratto – ancora state mai realizzate audiodescrizioni televisive in diretta. Ricordo che in Italia, la prima audiodescrizione ad essere stata realizzata in diretta televisiva è stata proprio quella della Rai – il 7 dicembre 2019 – con l’opera lirica “TOSCA in occasione della “prima” della Scala. Con questa doverosa precisazione interpretativa, la percentuale prevista nel contratto è ampiamente rispettata. Nel 2020 infatti, la copertura delle prime serate è andata ben oltre il 75% , attestandosi – in media – al 90% sulle 3 Reti generaliste, con punte del 96% su RAI UNO .                                                         
Oltre alle prime serate vengono resi accessibili con audiodescrizioni, ulteriori prodotti audiovisivi  –  in onda nella fascia mattutina e nel pomeriggio, preserale e seconda serata  –  per un totale di circa  600 ore. Relativamente ai Canali tematici , nel 2020 sono state coperte circa  2.300 ore su Rai Premium e Rai Movie.                                                                        
Per quanto riguarda, infine, l’avvio di forme di sperimentazione, ricordiamo l’estensione della sperimentazione a generi come il teatro  – con le commedie di Edoardo – o ancora a concerti  –  1^ maggio, concerto di Vasco Rossi , il Concerto di Assisi – eventi musicali  – Sanremo e da ultimo l’Eurovision  – programmi   come “O anche no “ o “Disability Pride”  –         
E’ bene chiarire come l’impegno di Rai  – e nello specifico di Rai Pubblica Utilità – sia comunque proprio quello di implementare i servizi di accessibilità , non solo nel rispetto delle  previsioni del CdS, ma, ove possibile anche oltre .

  • Rendere il più possibile semplice e spiegata la modalità per potere accedere al canale audio dove si trovano le audiodescrizioni, perché non sempre questo è possibile”.

Andriello – Prendo atto che non sempre è agevole accedere al Canale audio dedicato alle audiodescrizioni; sul nostro sito RAI EASY WEB – al link  https://www.rai.it/dl/easyweb/articoli/COME-ASCOLTARE-LAUDIODESCRIZIONE-270a8731-a91d-4510-8844-ee3a7319c8a5.html – diamo delle indicazioni operative ;
stiamo anche prevedendo di realizzare un tutorial più articolato proprio per agevolare il più possibile l’accesso  a questo servizio.
Le audiodescrizioni sono comunque attivabili anche dal nostro sito RAI EASY WEB e negli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda le audiodescrizioni dei prodotti di prima serata, sono presenti anche nel player di RAI PLAY .

  •  “Creare un rapporto di collaborazione e di sinergia con le nostre strutture specializzate nello sviluppo delle App, affinché si possa avere certezza della loro massima accessibilità e fruibilità”.

I rapporti di collaborazione e sinergia credo siano sempre molto positivi, in quanto consentono di mettere insieme competenze e necessità dei vari soggetti coinvolti e rivolti a cercare le migliori soluzioni  che,  nello specifico,  sono fondamentalmente di natura tecnica. Ciò premesso mi farò portavoce della vostra disponibilità con le altre Direzioni coinvolte, tenuto conto che anche lato RAI – nell’ambito di un più ampio progetto  –  si sta lavorando per la realizzazione di una App per le audiodescrizioni .

  • Una maggiore attenzione a ciò che viene mostrato sullo schermo. Spesso si sottovaluta il dovere di veicolare con l’ausilio della voce anche  le  informazioni brevi, che il più delle volte passano in sovrimpressione,  con il presupposto  che tutti i cittadini  possono fruire in egual modo; non sempre purtroppo è così”.

Gentile Presidente, sarà nostra cura implementare sempre di più il processo – già avviato –  di sensibilizzazione verso la realizzazione di una accessibilità  a 360 gradi .

L’impegno quotidiano di Rai Pubblica Utilità ed in particolare della Struttura Accessibilità  – di cui sono responsabile – è infatti , tra gli altri, proprio quello di contribuire in maniera determinante alla diffusione di una CULTURA ACCESSIBILE, anche attraverso la rivisitazione delle modalità comunicative .

Una accessibilità quindi che nasca insieme al prodotto televisivo e ne sia parte integrante e a beneficio di tutti: linguaggi chiari e ben strutturati, adeguata contestualizzazione di luoghi e situazioni anche nei servizi giornalistici e nelle presentazioni dei conduttori, solo per fare alcuni esempi. Parallelamente ci attiveremo con le altre Strutture aziendali coinvolte, per effettuare una ricognizione dei messaggi che passano in sovraimpressione e che necessitano di un supporto vocale per risultare accessibili anche alle persone cieche.

  • “Pubblicità: a che punto è il processo relativo all’accessibilità dei messaggi pubblicitari ?”

Per quanto riguarda i messaggi pubblicitari, questi debbono essere creati accessibili direttamente dai pubblicitari: da un lato infatti,  non possiamo intervenire noi con audiodescrizioni che potrebbero “alterare” lo spirito del messaggio stesso; dall’ altro lato, dovrebbero essere superate anche alcune difficoltà tecniche nella messa in onda dell’audiodescrizione tradizionale, su una pista audio dedicata.

L’associazione cittadini mediali continuerà a vigilare affinché la Tv di Stato adempia al suo compito di sevizio pubblico senza particolari altre sollecitazioni.

da “Il Telespettatore”