Un anno importante e un futuro colorato di passione e competenza

Certamente il 2016 è stato un anno importante per la nostra Associazione. Il 30 gennaio scorso venivo eletto Presidente nazionale dopo anni importanti e proficui. Per me un onore, una soddisfazione, una responsabilità. Ho provato a vivere questo impegno attraverso due dimensioni: la passione e la competenza. L’una non potrebbe esserci senza l’altra. Passione vuol dire amore per i temi di cui l’Aiart si è sempre fatta portavoce. Competenza non significa presunzione di essere bravo ma rimanda al suo etimo: cum e petere ovvero “chiedere, dirigersi a”.

Ho cercato proprio di farmi delle domande e di dare all’Aiart una direzione che rispecchi uno scenario mediale sempre più complesso. L’ho fatto in buona fede e con coscienza mettendo al centro gli interessi dell’Associazione e soprattutto di quei territori che ne rappresentano la linfa vitale, il futuro prossimo, la memoria preziosa. Non voglio elencare ciò che è stato fatto. Non amo le classificazioni perché sono sempre mancanti di qualcosa. Mi limito solo a citare gli interventi a proposito del fenomeno Pokemon Go o della drammatica vicenda di Tiziana Cantone. E ringrazio tutti coloro che hanno condiviso con me le fatiche (tante), le gioie (tantissime) e i momenti difficili (pochi).

L’anno si è concluso con un’ulteriore sfida. Siamo intervenuti a proposito del docu-reality trasmesso da Rai Tre “Stato Civile”. Lo abbiamo fatto in tempi non sospetti (a pochi giorni dalla prima messa in onda in seconda serata) attraverso un lungo commento su Avvenire in cui analizzavamo alcune perplessità legate ai contenuti e rilanciavamo con una proposta.

Lo abbiamo fatto qualche giorno fa, quando inspiegabilmente la terza rete del Servizio Pubblico decide di rimandarlo nel preserale del suo palinsesto tra Natale e Capodanno. Abbiamo chiesto alla Rai il perché di questa scelta anomala. E la risposta del Servizio Pubblico non si è fatta attendere. Anche se brevemente ho dibattuto con la direttrice di Rai Tre Daria Bignardi durante il programma di Radio Tre “Tutta la città ne parla”(mio intervento intorno al minuto 18°).

Siamo stati ripresi sia dalla stampa cattolica (Sir, Famiglia Cristiana, Avvenire nella rubrica di critica televisiva “Schermaglie”) sia da quella laica. Non solo le varie agenzie di stampa ma anche i seguitissimi Tv Blog, Davide Maggio e Gayburg. Sui social network siamo stati apprezzati ma anche criticati e insultati. Ma fa parte del gioco. L’Aiart c’è. Abbiamo deciso di non comunicare a strascico ma annusare i temi più significativi ed entrare nel dibattito con il nostro stile. Andremo avanti così, cercando di non farci fagocitare dal tritacarne mediatico che tende a stereotipare, a incasellare in ruoli, ad agire secondo la logica della contrapposizione. Cercheremo di alimentare quella “zona grigia” dell’approfondimento, dell’argomentazione, del buon senso e del confronto. E cercheremo di colorarla con la nostra passione e la nostra competenza. Questo l’auspicio per il 2017.

Intanto buon anno, nella Grazia del Signore. E a prestissimo.

Massimiliano Padula