Cyberbullismo e altro: Trappole in rete

Occasioni di riflessioni organizzate dall’Aiart di Pistoia e l’Istituto delle Mantellate sul tema “Incontri digitali”. Di Mauro Banchini dal portale on-line la Trebisonda del 18 marzo 2016
Solo due, su quasi 80 presenti nell’aula delle Mantellate di Pistoia, hanno alzato la mano: alla domanda (“chi fra voi non ha il telefonino”) posta da Giuseppe Ferraro (51 anni, ispettore della Polizia Postale) che stamattina, in divisa, ha parlato agli studenti delle medie nell’Istituto pistoiese diretto da Rita Pieri. Due ore di lezione frontale (“la mia è una riflessione che vi farà un po’ sorridere e un po’ vergognare”) ha premesso un ispettore che di questi incontri, a giro fra le scuole pistoiesi, ne ha fatti molti e si vede: padroneggia una materia spesso scivolosa; sa come tenere l’attenzione dei ragazzi e in effetti per due ore filate una mosca non ha volato. Pertinenti pure le domande.

Alla fine è stata la psicologa dell’Istituto a chiedere di nuovo le mani alzate. “Chi ha genitori che controllano i vostri telefonini?”. Forse scontata ma certo non confortante la reazione: solo 6 le mani alzate. E nel mezzo quasi tutti hanno alzato la mano per dire di stare su Whatsapp (molti meno, per la cronaca su Facebook).

L’incontro alle Mantellate (“Tempi digitali”) sarà adesso seguito, martedì 22, da una chiacchierata con i genitori che hanno figli in quella scuola (“Noi, nella rete dei social: che fare per non farci fregare?”). Parlerà una giovane psicologa specializzata in cyberbullismo, Valentina Zambuto. L’iniziativa è organizzata da Aiart Pistoia, associazione presieduta da Renata Fabbri.
Ferraro ha parlato con linguaggio schietto. Trasparente il senso: far presente che tutto ciò che sta sul web è tracciabile, che i responsabili di qualunque comportamento possono essere sempre rintracciati, che non ci si deve mai fidare troppo di ciò che appare, che si possono commettere reati (anche molto gravi), che si possono offendere altre persone, che privacy non è una parolaccia.

Non potevano mancare riferimenti espliciti a cyberbullismo e pedopornografia. Attenzione – ha chiesto Ferraro, parlando di responsabilità – a quando in una classe qualcuno, con la forza del gruppo, se la prende con i più deboli: il colpevole o i colpevoli finiranno sempre per essere scoperti, ma anche “girarsi dall’altra parte” è sbagliato e quando qualcuno si accorge di qualcosa che non va, deve trovare la forza di dirlo (“Questo non significa fare la spia, ma fare informazione, stare dentro un obbligo morale”).
Ha parlato di frodi sul commercio elettronico, di intrusioni informatiche, di attività anti-hacker. Ha concluso con le attività di Polizia Postale sul contrasto alla pedopornografia mettendo in guardia ragazze e ragazzi da certe navigazioni che potrebbero rivelarsi molto diverse rispetto all’iniziale apparenza. Certi “orchi” stanno sempre in agguato. Mai entrare in comunicazione con persone che non si conoscono.

Un tipo di Polizia, quella Postale, che andrebbe potenziata sia per reprimere che per prevenire. Questi giovanissimi, sempre più precoci in tutto compresa la naturale frequentazione con dispositivi elettronici sempre più potenti, hanno le fragilità tipiche della loro età ma troppo spesso gli adulti, iniziando da genitori pure loro poco capaci di “dominare” le tecnologie, abdicano dai loro ruoli educativi.

Karl Popper morì nel 1994. La rete di allora era assai lontana dalla potenza, e dai ritmi di frenetico mutamento, di oggi. Riferendosi alla semplice televisione, Popper scandalizzò molti, poco prima di morire, sostenendo che chi ci lavorava avrebbe dovuto avere, viste le conseguenze etiche, una “patente”. Chissà il povero filosofo cosa direbbe oggi assistendo alla potenza di fuoco, sempre crescente, di strumenti messi in mano alle fragilità (di giovani e di adulti) senza alcuna preparazione e sempre più spesso irretiti dalla rete.

PS)- Visti i profitti colossali (spesso privi di tassazioni adeguate) generati dal sistema globale dell’informazione e della comunicazione (ICT), sistema sempre più padrone del mondo, che bello sognare che una parte di quei profitti potesse essere indirizzata verso due direzioni: educazione a un uso consapevole e critico, lotta al digital divide. Bello ma, anche vista la debolezza della politica nel mondo, destinato a restare un sogno.