L’Appello dell’AIART alle Istituzioni: “Sospendere il film ‘Cuties’ su Netflix in uscita il 9 settembre”

Con comunicato stampa e lettera aperta al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ai Presidenti di Camera e Senato,  all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza,  al Presidente dell’AGCOM, al Presidente del Comitato Media e Minori, al Presidente del CNU:

L’AIART  CHIEDE:

LA SOSPENSIONE  DEL FILM ‘CUTIES’: il nuovo film tv francese, scritto e diretto da Maimouna Doucouré, in arrivo il 9 Settembre su Netflix.  La pellicola propone scene dirette che inducono alla sessualizzazione dell’infanzia; sponsorizza e diffonde messaggi di pedofilia riducendo le protagoniste, bambine di 11 anni, a meri  oggetti sensuali e sessuali. E questo non è un caso isolato tra le produzioni Netflix, come dimostrano le continue segnalazioni dell’AIART”. Lo afferma Giovanni Baggio, presidente nazionale dell’associazione cittadini mediali.

“È vergognoso – precisa Baggio – come una piattaforma di serie tv e film vista da milioni di persone continui a  sponsorizzare  e  a diffondere messaggi di questo genere.  Inoltre, aggiunge il presidente, è tollerabile che un film classificato per un pubblico maturo, abbia quasi esclusivamente come protagoniste ragazzine di 11 anni?

“Si obietta che basta cambiare canale – continua Baggio – per non subire lo squallido programma: certo, ma perché un Paese civile si deve sopportare l’incultura di un sistema televisivo sempre piùproiettato su logiche esclusivamente commerciali che viola tutte le regole di rispetto ai minori e contribuisce a fenomeni di devianza e di violenza che poi si chiede a scuola e famiglia di contrastare?”

“Disgustoso, continua il presidente, visti anche gli inquietanti dati registrati nel rapporto annuale da Meter, associazione specializzata nel contrasto agli abusi sessuali sui minori (Oltre 7 milioni di foto pedo – pornografiche segnalate nel 2019 e in continuo aumento)”.

L’invito dell’Aiart è ad esprimersi su tale programma.  “Ad oggi – precisa l’associazione cittadini mediali- Netflix ha deciso di rimuovere solo l’esplicita locandina (quattro bambine con vestiti attillati ed in pose ammiccanti),  nulla di più.   E anche se Netflix ha modificato immagine e trailer  puntando più su una narrazione stile Flashdance in cui le ragazze grazie alla danza possono  riscattarsi. In realtà il film celebra il twerking delle ragazzine di 11 anni un tipo di danza considerata di estrema volgarità,  in cui la danzatrice scuote i fianchi su e giù creando così un tremolio sulle natiche. Si tratta evidentemente – conclude l’Aiart – di una furbata, che va a intercettare il popolo delle bambine “tiktokers” che si sfidano sul popolare social in balletti ammiccanti. Uno spaccato che vien fuori dalle nervature dei social tanto surreale quanto veritiero”.  

Se questa non è sessualizzazione dei bambini, si chiede l’Aiart – allora cosa lo è?  Siamo arrivati al punto in cui è accettabile che le ragazzine di 11 anni siano usate per il divertimento ‘sensuale’ degli adulti? Stanno preparando la strada alla legalizzazione della pedofilia?

L’Aiart ha sempre sostenuto la necessità di una tutela dei minori a partire dalla  denuncia della possibile pericolosità  di quei programmi che ne fanno spettacolo e certo continuerà a sollecitare la riflessione di quanti operano nei media e nel mondo della formazione perché davvero si compia una svolta che ponga fine a questo scempio.

Il senso di impotenza degli spettatori -utenti  si riflette in questa segnalazione   che vuole essere una richiesta alle istituzioni competenti perché recuperino autorevo­lezza  e in­dipendenza al servizio del Paese;  oltre che un modo per richia­mare le forze politiche ed istituziona­li (forse troppo condiscendenti?) alla necessità di riservare la giusta attenzione ai problemi di un si­stema mediatico sempre più  guidato da logiche ed interessi fuori da ogni regola e ogni controllo.