L’incerto futuro del Comitato Media e Minori

Il Comitato che tutela i minori da contenuti mediali potenzialmente dannosi è in crisi: poche, quasi nulle le delibere di raccomandazione, quasi nessuna richiesta di sanzione. Spinta dellâopinione pubblica, ripresa di alcune proposte, presenza istituzionale delle associazioni degli utenti negli organi amministrativi della Rai: le indicazioni di Remigio Del Grosso in unâintervista che nasce con lo scopo di dare delle risposte ben precise agli utenti che interpellano lâAiart.
di Maria Elisa Scarcello
D – Quale il realistico quadro della situazione che ha rilevato al momento del suo insediamento come membro del Comitato Media e Minori ?
Remigio Del Grosso â Decisamente sconfortante. Lâattuale composizione, infatti, sembra sia stata predisposta con lâunico fine di non disturbare âi manovratoriâ di Confindustria Radio- Tv, dove siedono tutte le emittenti nazionali, compresa la Rai. Siamo passati da Comitati composti da professori universitari, sociologi, pedagogisti ed esperti di media, ad un organismo di legulei, personaggi che mendicano ospitate sulle tv che dovrebbero sanzionare ed âespertiâ legati ai partiti (ben tre rappresentanti di Corecom ed un Garante dellâinfanzia regionale che, come è noto, sono indicati dai politici). Ciliegina sulla torta, lo sgarbo istituzionale del Ministro dello Sviluppo Economico nei confronti del Presidente Agcom. Per la prima volta nella storia del Comitato, infatti, il rappresentante designato dallâAutoritĂ non è stato nominato quale Presidente del Comitato.
D – Il quadro di sintesi delle attivitĂ del Comitato Media e Minori di questi ultimi anni, rispetto ai precedenti, è magro. Uno dei membri del Comitato, giĂ presidente nazionale dellâAiart, Luca Borgomeo, non ha esitato a definirlo imbarazzante. Siamo passati dalle 40 delibere di raccomandazione del 2008 alle 4 del 2019 per poi arrivare al 2020 con 1 sola delibera di raccomandazione. Quasi nessuna richiesta di sanzioni. Oggi, nessun aggiornamento. Vuol dire che il Comitato Media e Minori si avvia verso la liquidazione? Oppure che le emittenti sono diventate piĂš attente?
R. Del Grosso â Altro che diventate piĂš attente! La pericolositĂ per i minori di alcune trasmissioni mandate in onda dalle tv commerciali e dal cd. servizio pubblico è aumentata, anzichĂŠ diminuire. E non mi riferisco tanto a qualche scena boccaccesca di alcuni film vietati ai minori, ma ai sempre piĂš numerosi programmi di infotainment dedicati, con dovizia di particolari, agli episodi piĂš raccapriccianti che avvengono fuori e dentro le mura domestiche. NonchĂŠ alle serie tv americane particolarmente violente, che vanno in onda prima e durante la cena famigliare, mentre in USA sono trasmesse dopo le 22.00.
L’intervista completa è disponibile nel nuovo numero del Telespettatore a questo link.