Come sarà il cinema italiano dopo (e con) il Covid-19

CIAK, SI GIRA?

Nel nuovo numero della Rivista del Cinematografo, inchiesta su set bloccati, film interrotti, festival sospesi con interviste a produttori, distributori, registi

Roma, 29 maggio 2020 – Set chiusi, festival saltati, film mai visti, sale sbarrate, professionisti senza impiego, progetti naufragati. Gli interpreti di questo racconto così amaro sono i protagonisti della cover story del nuovo numero della Rivista del Cinematografo.

Un’inchiesta, ampia ed articolata, che dà voce ai rappresentanti della filiera cinematografica. Autori, produttori, distributori, esercenti, sceneggiatori illustrano lo “stato delle cose” del cinema italiano: film pronti e in attesa di distribuzione (usciranno tutti?), fermi in post produzione, sospesi nel mezzo delle riprese, interrotti prima ancora di andare sul set. Con i protocolli di sicurezza e le condizioni poste dalle compagnie assicurative a determinare l’orizzonte degli eventi. E poi le manifestazioni, rimandate a data da destinarsi, congelate fino a nuove direttive oppure dirottate sul web, aspettando che si delinei il profilo della prossima edizione della Mostra di Venezia.

Tanti gli “addetti ai lavori” intervistati per fare chiarezza sulla situazione attuale. Tra questi, il decano dei produttori, Fulvio Lucisano: «Stiamo studiando le alternative provvisorie alla sala cinematografica, come le arene all’aperto o i drive-in» rivela alla RdC. «La maggior parte dei film italiani vengono girati in estate, quindi il tema dei set interrotti appartiene prevalentemente alle serie» spiega invece Nicola Maccanico (AD Vision Distribution): «La grande parola nella quale credo è flessibilità. Bisogna proteggere la sala, ma contemporaneamente si può andare incontro al pubblico con alcuni titoli direttamente in digitale».

Tra gli intervistati, Paolo Del Brocco (Rai Cinema), Antonio Avati (Due A), Gianluca Curti (Minerva Pictures), Gregorio Paonessa (Vivo Film), Maria Grazia Saccà (Pepito Produzioni), Simone Gattoni (Kavak Film), Mauro Belardi (Lotus), Carlo Degli Esposti (Palomar).

La cover story raccoglie anche le testimonianze dei registi di queste produzioni in attesa, da Mario Martone (a cui mancano due settimane per completare Qui rido io, biopic su Eduardo Scarpetta) a Jonas Carpignano (sul set di A Chiara: «Dopo la pandemia ho scelto di rimanere a Gioia Tauro») fino a Michele Placido (che era in partenza con L’ombra di Caravaggio: «Potremmo forse rimandare fino a ottobre, da novembre le luci si fanno un po’ troppo soffuse per la nostra storia»).

La parola anche ai fratelli D’Innocenzo. Il loro Favolacce ha intrapreso (con successo) la strada dell’on demand: una scelta sofferta ma ponderata, come spiegano in un’intervista in cui parlano anche dei progetti futuri.

Scrive nel suo editoriale Mons. Davide Milani, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo: «Il libro biblico dell’Esodo – matrice di una sterminata produzione filmica – evidenzia come il cammino nel deserto del popolo condotto da Mosè non sia solo la narrazione della traversata tra l’Egitto e la Terra promessa, tra la schiavitù e la libertà. Questo passaggio, nell’esperienza di Israele, è il simbolo della vita, la chiave di lettura della vicenda umana. Con molteplici iniziative (la Rivista, il progetto #CheCinemaFarà, Recensioni dal balcone, i Festival pronti a partire, i libri…) stiamo indagando questa traversata consapevoli che essa stessa è vita, non solo amarissima transizione».

Il focus di questo numero è dedicato ai grandi film usciti a giugno: un percorso che, a partire dagli archivi della RdC, torna su alcuni capolavori, da Il grande dittatore e La terra trema fino a Rapporto confidenziale e La guerra dei mondi, tutti arrivati in sala nei mesi più caldi.

Come ogni mese, appuntamento con le consuete rubriche curate dai collaboratori della Rivista. La riscoperta del cinema del passato è al centro delle analisi di Gianni Riotta(sul destino ingrato riservato alle grandi opere artistiche che non hanno conosciuto la fortuna della “popolarità”), Bruno Fornara (alle prese con il celebre pianosequenza di Nodo alla gola) e Orio Caldiron (che affronta il tema ricorrente della crudeltà, citando come opere paradigma Greed, Il corvo, Il servo).

Giacomo Poretti legge in parallelo The Blind Side e Tornare a vincere, “film gemelli” che non sanno di esserlo. Emanuele Rauco continua il viaggio alla scoperta delle maestranze del cinema, affrontando stavolta il mestiere del tecnico del suono. E Nadia Terranova ci porta alla scoperta di Casa occupata dello scrittore argentino Julio Cortázar, ghost story dentro una toccante storia familiare: e se fosse un film, anzi, una serie?

Immancabile lo spazio con le recensioni degli ultimi film usciti in streaming. Infine, nella rubrica dedicata alle serie Tv, apertura dedicata alla seconda stagione della serie evento firmata da Ricky Gervais, After Life.

È possibile acquistare il numero della Rivista del Cinematografo al sito www.cinematografo.it o contattando l’ufficio abbonamenti all’indirizzo abbonamenti@entespettacolo.org


La Fondazione Ente dello Spettacolo, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, è una realtà articolata e multimediale che dal 1946 si occupa di diffusione, promozione e valorizzazione della cultura cinematografica in Italia e all’estero. Svolge attività editoriale con la Rivista del Cinematografo, il più antico periodico italiano di critica cinematografica dal 1928; le collane dedicate al cinema e agli audiovisivi Frames e Le Torri; l’edizione annuale Rapporto Cinema sui temi di attualità della fruizione cinematografica. La Fondazione è presente sul web con il portale Cinematografo.it, considerato punto di riferimento per professionisti, studiosi e appassionati di cinema e media partner di importanti siti web nazionali e agenzie stampa. La Fondazione organizza ogni anno i festival Tertio Millennio Film Fest, Castiglione Cinema. RdC incontra e, dal 2020, Lecco, città delle donne. Inoltre è presente come partner culturale alla Mostra del Cinema di Venezia. Promuove l’educazione alle immagini nelle scuole attraverso progetti formativi come Giovani Favolosi e Nati nel Tertio Millennio.

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